tendinopatia degenerativa

Tendinopatia Degenerativa: Cause, Sintomi e Trattamento

La tendinopatia degenerativa, o tendinite degenerativa, è un problema molto comune che può causare limitazioni significative sia sul lavoro che nelle attività sportive. Con l’aumento delle persone che praticano sport, sempre più persone si trovano ad affrontare questo tipo di patologie. Per esempio, circa il 30% dei runner sviluppa tendinopatia Achillea, mentre la tendinopatia patellare, o tendinopatia rotulea, è frequente in sport come pallavolo, basket e calcio. Quando si parla dell’arto superiore, condizioni come l’epitrocleite e l’epicondilite sono più comuni nelle donne. Anche la sindrome di De Quervain è piuttosto diffusa tra le donne in età lavorativa, specialmente nelle settimane successive al parto. Non possiamo dimenticare la tendinopatia calcifica di spalla, come nella tendinosi del sovraspinato, che spesso porta molte persone a rivolgersi a fisioterapisti e medici.

Negli ultimi anni, la letteratura scientifica ha fatto grandi progressi nella comprensione della patofisiologia della tendinopatia, proponendo diverse strategie di trattamento efficaci per il recupero funzionale. Tuttavia, nonostante le conoscenze disponibili, molti pazienti non ricevono il trattamento adeguato. Solo una parte dei pazienti viene trattata secondo le raccomandazioni, mentre molti ricevono cure non necessarie o inefficaci. È quindi essenziale comprendere a fondo queste condizioni per migliorare la gestione e il trattamento delle tendinopatie.

Differenze della Tendinopatia Degenerativa

Il tendine è un tessuto molto particolare che risponde ai carichi meccanici a cui è sottoposto. Se questi carichi sono adeguati, il tendine si adatta e si rafforza. Tuttavia, se i carichi sono eccessivi o se il soggetto è troppo sedentario, il tendine può sviluppare una tendinopatia flogistica. Per spiegare la patofisiologia della tendinopatia, la comunità scientifica utilizza il “modello del continuum”, che comprende tre fasi principali:

  1. Tendinopatia reattiva: In questa fase iniziale, il tendine risponde a un carico eccessivo o a un trauma con un’infiammazione. Si accumulano citochine e altri fattori infiammatori che causano un aumento della produzione cellulare e dei fluidi, rendendo il tendine più spesso e meno elastico. Se il carico viene ridotto o gestito correttamente, il tendine può ancora recuperare autonomamente.
  2. Disgregazione tendinea: Se l’infiammazione persiste o il carico continua ad essere eccessivo, il tendine inizia a subire danni strutturali. Le cellule iniziano a disgregare la matrice extracellulare del tendine, portando a una perdita di integrità e forza del tessuto. Questa fase è caratterizzata da un fallimento del processo riparativo del corpo.
  3. Tendinopatia degenerativa: Questa è la fase più avanzata in cui il tendine presenta porzioni degenerate incapaci di sviluppare forza tensile. Anche se il paziente può essere asintomatico, il tendine è strutturalmente compromesso e meno efficace nella sua funzione. La degenerazione del tendine è spesso irreversibile a questo stadio.

La tendinopatia degenerativa si caratterizza per il fallimento del processo riparativo del corpo, con l’infiammazione che funge da innesco per un processo degenerativo più ampio. È importante riconoscere e intervenire nelle fasi iniziali per prevenire il passaggio alla fase degenerativa cronica.

tendinopatia cronica

Fattori di rischio della Tendinopatia Degenerativa

Uno dei principali fattori che porta alla tendinopatia degenerativa è l’uso eccessivo del tendine, ma ci sono anche altri fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo della condizione. Questi includono:

  • Alterazioni della funzione dell’arto: Il controllo motorio alterato può portare a movimenti compensatori che sovraccaricano il tendine.
  • Fattori biomeccanici: Disallineamenti, eterometrie (differenze di lunghezza degli arti), riduzione del range di movimento articolare e ridotta flessibilità muscolare possono influire negativamente sulla salute del tendine.
  • Fattori intrinseci: Il sesso, l’età e l’indice di massa corporea (BMI) possono influenzare la predisposizione alla tendinopatia. Ad esempio, le donne hanno una maggiore prevalenza di alcune tendinopatie rispetto agli uomini, e l’età avanzata è un fattore di rischio noto per la degenerazione tendinea.

L’overuse, o uso eccessivo, rimane la causa più comune e accettata della tendinopatia degenerativa. Quando il tendine è sottoposto a carichi ripetitivi senza adeguati periodi di riposo, si possono verificare microtraumi che, nel tempo, portano a degenerazione e disfunzione del tendine.

Trattamento della tendinopatia degenerativa

Il trattamento della tendinopatia degenerativa è stato ampiamente discusso e include vari approcci, ognuno dei quali può essere adattato alle specifiche esigenze del paziente:

  • Farmacologico: Gli anti-infiammatori sono utili nella fase acuta per ridurre il dolore e l’infiammazione, specialmente per le tendinopatie dell’arto superiore come quella di spalla. Tuttavia, nel medio e lungo termine, il trattamento conservativo (non farmacologico) si è dimostrato altrettanto efficace, e spesso preferibile a causa dell’assenza di effetti collaterali.
  • Fisioterapia: L’esercizio eccentrico, combinato con l’utilizzo di onde d’urto, può migliorare significativamente il dolore nelle tendinopatie dell’arto inferiore. Per la tendinopatia laterale di gomito, la terapia laser a bassa intensità (low level laser therapy, LLLT) ha mostrato risultati positivi nel ridurre il dolore e migliorare la funzionalità.
  • Stretching: È sconsigliato nella fase reattiva delle tendinopatie degli arti inferiori perché può aumentare la compressione sul tendine, ma può essere utile nelle fasi successive del trattamento e nelle tendinopatie croniche degenerative degli arti superiori.

Un approccio conservativo multimodale, che combina educazione del paziente, terapia manuale, esercizio terapeutico e gestione del carico, si è rivelato estremamente efficace. È cruciale guidare il paziente nella gestione del carico attraverso l’educazione. Informare il paziente sull’importanza del riposo attivo, fornire consigli ergonomici e spiegare il decorso della patologia e le aspettative realistiche di recupero sono tutti elementi fondamentali. La terapia manuale, che può includere tecniche come il trattamento dei tessuti molli e le manipolazioni, può aiutare a ridurre il dolore e migliorare la mobilità.

L’esercizio terapeutico deve essere personalizzato per ogni paziente e progressivo per recuperare le capacità funzionali pre-lesionali. Per le tendinopatie dell’arto inferiore, gli esercizi isometrici possono fornire un forte effetto analgesico nelle fasi reattive. L’allenamento di resistenza pesante e lenta (heavy slow resistance training, HSRT) ha dimostrato di essere altrettanto efficace degli esercizi eccentrici, ma con una maggiore aderenza da parte dei pazienti.

Conclusione

La frequenza elevata delle tendinopatie degenerative richiede che i fisioterapisti seguano trattamenti basati sulle evidenze scientifiche più recenti. La comprensione della patofisiologia delle tendinopatie attraverso il modello del continuum ha migliorato notevolmente l’approccio terapeutico. Un trattamento conservativo, multimodale e personalizzato è la scelta migliore per ottenere un recupero funzionale ottimale. Ogni paziente deve essere trattato come un caso unico, con un piano terapeutico adattato alle sue specifiche esigenze e condizioni, garantendo così il miglior risultato possibile.

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Bibliografia