calcificazione spalla

Calcificazione Spalla: Come si Guarisce?

La calcificazione spalla, detta anche calcificazioni spalla, tendinopatia calcifica di spalla o calcificazione tendini spalla, come ci racconta il dott. Stefano Diprè, fisioterapista spalla a Milano, sono accumuli di calcio che si depositano nei tendini o nelle parti molli vicine all’articolazione. Questi depositi sono generalmente associati al tendine sovraspinato, uno dei principali tendini della cuffia dei rotatori, fondamentale per la mobilità e la stabilità della spalla. Le calcificazioni possono variare molto in dimensioni, andando da microcalcificazioni, appena visibili tramite esami specialistici, fino a vere e proprie calcificazioni lamellari, che sono formate da strati sovrapposti di calcio e risultano chiaramente evidenti nelle radiografie.

Le calcificazioni possono essere intratendinee, ossia svilupparsi proprio all’interno del tendine, o periarticolari, quando invece si trovano vicino all’articolazione stessa. In alcuni casi, si sviluppano anche calcificazioni inserzionali, ossia proprio dove il tendine si inserisce sull’osso, come nel caso specifico della calcificazione del trochite omerale portando a tendinopatia calcifica di spalla.

Calcificazione Spalla: Perchè si Forma?

Le cause esatte della formazione della calcificazione tendine spalla non sono ancora completamente comprese, ma la letteratura scientifica ha identificato una serie di fattori che possono contribuire a questo processo. In molti casi, le calcificazioni tendinee sono associate a un sovraccarico funzionale della spalla, tipico di chi svolge lavori manuali ripetitivi, attività sportive ad alta intensità o movimenti reiterati sopra la testa. Queste sollecitazioni costanti possono causare microtraumi nei tendini della cuffia dei rotatori, in particolare nel tendine del sovraspinato, innescando una risposta infiammatoria cronica.

L’infiammazione persistente può alterare l’ambiente cellulare e favorire un processo degenerativo, nel quale i normali meccanismi di riparazione tissutale non riescono più a funzionare in modo efficace. Questo può portare alla deposizione di cristalli di calcio nei tendini, generando calcificazioni che, con il tempo, diventano visibili anche con esami diagnostici come ecografie o radiografie.

Oltre ai fattori meccanici, esistono anche componenti biologiche e sistemiche che sembrano avere un ruolo nella patogenesi di questa condizione. Alcuni studi suggeriscono un’influenza genetica: le persone con una familiarità per patologie tendinee o muscoloscheletriche potrebbero essere più predisposte. Anche aspetti metabolici, come alterazioni nel metabolismo del calcio e del fosforo, carenze di vitamina D, squilibri ormonali (in particolare nella fase pre- o post-menopausale), e patologie endocrine come il diabete, sono stati associati a una maggiore incidenza di calcificazioni.

In sintesi, si tratta di una condizione multifattoriale in cui interagiscono fattori meccanici, infiammatori, metabolici e, in parte, anche predisposizioni genetiche. Il riconoscimento precoce di questi elementi può essere utile sia nella prevenzione che nella gestione del disturbo.

calcificazioni spalla

Quali sono i Sintomi più Comuni della Calcificazione Spalla?

Il sintomo più frequentemente riportato dalle persone che soffrono di calcificazioni tendinee spalla è il dolore, che può variare da un fastidio leggero e saltuario a un dolore intenso e costante, capace di limitare significativamente la qualità della vita. In particolare, questo dolore tende ad accentuarsi durante il movimento del braccio, soprattutto nei gesti che prevedono sollevamenti o rotazioni, ma può manifestarsi anche a riposo, diventando più acuto durante la notte. Molti pazienti riferiscono di non riuscire a dormire sul lato colpito, proprio a causa della forte sensazione di disagio.

Il dolore può inoltre irradiarsi lungo l’arto superiore, coinvolgendo il braccio, il gomito e, in alcuni casi, perfino la mano. Questo può generare confusione, facendo pensare a problematiche neurologiche o a disturbi in altre articolazioni, quando invece l’origine del problema è localizzata nella spalla.

Un altro sintomo molto comune è la limitazione funzionale, ovvero la difficoltà a compiere movimenti anche semplici della vita quotidiana, come pettinarsi, vestirsi o afferrare oggetti posizionati in alto. La rigidità articolare e la sensazione di “blocco” meccanico sono tipiche, soprattutto nei momenti in cui la calcificazione spalla si trova nella fase attiva o di riassorbimento.

In casi più avanzati o trascurati, le calcificazioni possono evolvere e coinvolgere strutture adiacenti, arrivando fino all’osso o determinando una risposta infiammatoria importante a livello della borsa subacromiale (borsite). Questo rende la gestione clinica più complessa e talvolta può richiedere interventi più invasivi.

Riconoscere e trattare precocemente i sintomi permette di evitare un peggioramento della condizione e di ridurre i tempi di recupero funzionale, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente.

Come viene Diagnosticata una Calcificazione Spalla?

La diagnosi di calcificazione tendinea spalla è solitamente effettuata tramite tecniche di imaging diagnostico come l’ecografia e la radiografia, che permettono di visualizzare con precisione la posizione e la grandezza delle calcificazioni. Nei casi dubbi o particolarmente gravi, il medico potrebbe richiedere anche una risonanza magnetica per escludere altre patologie associate.

Trattamento per la Calcificazione Spalla

Nel trattamento delle calcificazioni alla spalla, l’approccio conservativo rappresenta nella maggior parte dei casi la prima scelta terapeutica. L’obiettivo è alleviare il dolore, favorire il recupero funzionale e stimolare il riassorbimento naturale dei depositi calcifici, evitando – laddove possibile – l’intervento chirurgico.

Tra le opzioni più utilizzate rientrano i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che possono contribuire a ridurre il dolore e l’infiammazione nella fase acuta, e le infiltrazioni di corticosteroidi, efficaci in alcuni casi per spegnere una risposta infiammatoria particolarmente intensa. In situazioni selezionate, si possono utilizzare anche terapie fisiche strumentali come le onde d’urto focalizzate, che hanno dimostrato una certa efficacia nel facilitare il processo di riassorbimento delle calcificazioni e nel migliorare la sintomatologia dolorosa.

Tuttavia, il pilastro dell’approccio conservativo rimane la fisioterapia, che gioca un ruolo cruciale non solo nella gestione dei sintomi, ma anche nel ripristino della piena funzionalità della spalla. Il percorso fisioterapico viene costruito in modo personalizzato, tenendo conto della fase clinica, del livello di dolore, delle limitazioni articolari presenti e dello stato dei tendini della cuffia dei rotatori.

Nelle prime fasi, l’intervento del fisioterapista può concentrarsi su tecniche di mobilizzazione articolare dolce e sull’uso di esercizi a basso carico, con l’obiettivo di migliorare l’escursione articolare e ridurre la rigidità. Man mano che il dolore diminuisce, il programma riabilitativo si evolve verso esercizi più attivi, mirati al rinforzo muscolare – in particolare dei muscoli della cuffia dei rotatori e della muscolatura scapolare – fondamentali per ristabilire una biomeccanica corretta e prevenire recidive.

Il percorso può includere inoltre esercizi di controllo motorio e di propriocettiva, utili per ottimizzare il coordinamento dei movimenti e ridurre i compensi. In alcuni casi, il fisioterapista può anche avvalersi di tecniche manuali e neuromodulative per facilitare il rilassamento muscolare e ridurre le tensioni associate al dolore cronico.

Una fisioterapia ben strutturata non si limita quindi al trattamento del dolore, ma accompagna il paziente verso un recupero funzionale completo, promuovendo l’autonomia e la qualità della vita. Per questo motivo, è importante che il piano riabilitativo venga seguito con costanza e monitorato da professionisti esperti, in grado di adattarlo progressivamente ai miglioramenti ottenuti.

Quando è necessario operare una calcificazione alla spalla?

La chirurgia viene consigliata solamente nei casi in cui il trattamento conservativo non abbia dato risultati soddisfacenti, oppure se la calcificazione spalla è particolarmente grande e causa una limitazione importante nella qualità di vita del paziente. L’intervento chirurgico generalmente utilizzato è l’artroscopia, una tecnica mini-invasiva che permette di rimuovere le calcificazioni in maniera efficace e con tempi di recupero molto brevi.

Conclusioni

La calcificazione alla spalla è un problema frequente che, con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, può essere gestito efficacemente. Consultare tempestivamente uno specialista e seguire le indicazioni terapeutiche può fare una grande differenza nella qualità della vita di chi ne soffre, consentendo di ritornare rapidamente alle normali attività quotidiane senza dolore e senza limitazioni funzionali.

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Bibliografia