Fratture della caviglia: Dal trauma alla riabilitazione
Le fratture della caviglia, detta anche frattura caviglia o caviglia rotta, sono tra i traumi più comuni che interessano l’apparato locomotore, coinvolgendo un’ampia gamma di persone, dai giovani atleti agli anziani. Questo articolo fornisce una panoramica dettagliata sulla fratturata, coprendo l’anatomia dell’articolazione, i tipi di fratture, come avvengono, i segni e sintomi, la diagnosi, e il trattamento, inclusi i sottocapitoli su come ridurre il gonfiore e quando è possibile ricominciare a camminare dopo una microfrattura alla caviglia, oltre alla riabilitazione post-operatoria e conservativa.
La caviglia è effettivamente una delle articolazioni più importantali e complesse del corpo umano, data la sua funzione critica nel movimento, nell’equilibrio e nel sostenere il peso corporeo. Vediamo in dettaglio come è strutturata e quali sono i meccanismi che le permettono di operare efficacemente.
Anatomia della caviglia
La caviglia è formata dall’incontro di tre ossa principali:
1. Tibia: È l’osso più grande e forte della gamba, situato nella parte interna. La parte inferiore della tibia si estende per formare la malleolo mediale, una delle due protuberanze ossee che possiamo palpare ai lati della caviglia.
2. Perone (o Fibula): È l’osso più sottile situato a lato della tibia, nella parte esterna della gamba. La sua estremità inferiore forma il malleolo laterale, l’altra protuberanza ossea palpabile sulla parte esterna della caviglia.
3. Astragalo (o Talus): Si trova tra il calcagno (l’osso del tallone) e le estremità inferiori di tibia e perone. L’astragalo consente ai piedi di muoversi su e giù e svolge un ruolo chiave nel trasferire il peso dal tibia (e in misura minore dal perone) al piede.
La caviglia include due articolazioni principali:
1. Articolazione Tibio-tarsica (o Articolazione della Caviglia propria): Formata dalla tibia, dal perone e dall’astragalo. Questa articolazione permette il movimento di flessione dorsale (alzare la punta del piede) e di flessione plantare (abbassare la punta del piede).
2. Articolazione Sottoastragalica: Coinvolge l’astragalo e il calcagno. Questa articolazione contribuisce al movimento laterale del piede, consentendo di camminare su superfici irregolari con maggiore equilibrio.
La stabilità della caviglia è assicurata da numerosi legamenti e tendini che avvolgono l’articolazione, collegando le ossa al piede e alla gamba e limitando i movimenti eccessivi che potrebbero portare a lesioni. Tra questi:
- Legamenti Deltoidei: Forniscono stabilità alla parte interna della caviglia.
- Legamenti Laterali (per esempio, il talofibolare anteriore, il calcaneofibolare e il talofibolare posteriore): Stabilizzano la parte esterna della caviglia.
- Tendine di Achille: Collega i muscoli del polpaccio al calcagno, permettendo di camminare, correre e saltare.
Tipo di fratture della caviglia
Le fratture della caviglia possono variare significativamente per tipo e gravità, influenzando il trattamento e il recupero. Ecco alcuni tipi di caviglie rotte:
1. Frattura del malleolo laterale: Questa è la tipologia più comune e coinvolge il malleolo laterale, la protuberanza ossea sulla parte esterna della caviglia. Si verifica comunemente a seguito di una torsione o di un impatto diretto sulla parte esterna della gamba
2. Frattura bimalleolare: La frattura bimalleolare alla tibio tarsica coinvolge sia il malleolo laterale che quello mediale, creando fratture su entrambi i lati della caviglia. È la seconda frattura più comune e richiede spesso un intervento chirurgico per il riposizionamento corretto delle ossa
3. Frattura trimalleolare: Coinvolge tre parti della caviglia: il malleolo mediale, il malleolo laterale e la parte inferiore del malleolo posteriore della tibia. Questo tipo di frattura è particolarmente grave e comporta un alto rischio di danni alla cartilagine e di artrite futura.
4. Frattura di Pilon (o plafond): Una frattura attraverso il “tetto” portante della caviglia, nella parte centrale della tibia inferiore. Questa frattura ad alta energia è generalmente il risultato di una caduta da un’altezza o di un trauma ad alta velocità.
5. Frattura di Maisonneuve: Questa frattura comporta un’interruzione completa dei legamenti intorno alla caviglia (sindesmosi) associata a una frattura della fibula a livello del ginocchio. È una lesione instabile che spesso richiede un trattamento operativo.
6. Frattura di Bosworth: Una rara dislocazione frattura della caviglia in cui la fibula si disloca posteriormente, bloccando la riduzione della fibula. Questo tipo di frattura richiede un trattamento chirurgico per ridurre e fissare la fibula.
Possiamo avere altre distinzioni come ad esempio una frattura composta di caviglia dove i capi ossei rimangono attaccato ta loro oppure una frattura scomposta di cavigli dove i capi ossei non hanno una soluzione di continuità.
Cause delle fratture della caviglia
Le fratture della caviglia avvengono attraverso meccanismi vari, ognuno dei quali può portare a tipologie specifiche di lesioni in base alla forza e alla direzione dell’impatto. Ecco una panoramica dettagliata dei modi più comuni in cui si possono verificare queste fratture:
Una caduta, soprattutto se da un’altezza significativa, può causare una frattura della caviglia. L’impatto diretto al suolo può esercitare una forza eccessiva sulla caviglia, superando la resistenza delle ossa che la compongono. Le cadute possono essere particolarmente pericolose se i piedi atterrano in una posizione innaturale, ad esempio, atterrando sui lati dei piedi, che può portare a fratture bimalleolari o trimalleolari.
Gli sport che implicano cambi di direzione rapidi, salti, o contatti fisici (come calcio, basket, sci e calcio) sono notoriamente associati a un alto rischio di caviglie rotte. Movimenti improvvisi possono causare torsioni o stress eccessivi sull’articolazione, portando a fratture da stress, fratture del malleolo laterale o mediale, o lesioni più complesse.
Un colpo diretto alla caviglia, che può verificarsi in incidenti automobilistici o a seguito di un oggetto pesante che cade sulla caviglia, può causare fratture. La forza dell’impatto diretto può rompere le ossa della caviglia o causare fratture complesse, a seconda della gravità e dell’angolazione dell’urto.
Le torsioni improvvise, come quelle che possono accadere quando si inciampa o si fa un passo falso, sono cause comuni di fratture della caviglia. Questi movimenti possono causare una rotazione anormale dell’articolazione, portando a fratture da avulsione, dove un pezzo di osso viene strappato via dal legamento o dal tendine a cui è attaccato, o a fratture scomposte, dove le ossa si spostano fuori dalla loro posizione normale.
Le fratture da stress della caviglia si verificano a seguito di ripetuti stress o carichi su un’articolazione che non è sufficientemente forte per sopportare quella pressione continua. Questo è comune tra corridori, ballerini e atleti che praticano sport di resistenza, dove il sovraccarico ripetitivo può causare piccole crepe nelle ossa, che con il tempo possono portare a delle microfratture della caviglia.
La frattura della caviglia è un infortunio grave che richiede attenzione medica immediata. I segni e i sintomi possono variare a seconda dell’entità della lesione, ma tipicamente includono:
Segni e sintomi delle fratture della caviglia
Il dolore è il primo segno di una caviglia fratturata e tende ad essere acuto e immediato. Può intensificarsi quando si tenta di muovere la caviglia, dolore al collo del piede o di appoggiare peso su di essa. Il dolore è spesso localizzato intorno all’area fratturata, ma può irradiarsi lungo la gamba o verso il piede.
Il gonfiore si verifica quasi immediatamente dopo la frattura a causa dell’infiammazione e dell’accumulo di liquido nell’area lesionata. Il gonfiore può rendere difficile la valutazione visiva della gravità della lesione senza un esame radiografico. Le ecchimosi, o lividi, compaiono quando i vasi sanguigni vicino alla zona lesa si rompono. I lividi possono variare dal blu, al viola, al giallo-verde e tendono a svilupparsi entro poche ore o giorni dall’infortunio.
Un segno significativo di una caviglia spezzata è l’incapacità o l’estrema difficoltà nel appoggiare peso sull’articolazione lesionata. Questo è spesso un chiaro indicatore che la lesione è più grave di una semplice distorsione. In casi di fratture gravi, in particolare quelle scomposte, può essere evidente una deformità visibile, dove la caviglia appare fuori posizione. Questo è un segno che le ossa sono state dislocate o che ci sono fratture multiple.
Alcune persone riferiscono di aver sentito un suono di schiocco o crack al momento dell’infortunio, che è il suono delle ossa che si rompono.
In sintesi, i segni e i sintomi di una frattura alla caviglia richiedono un’attenzione immediata per garantire che il trattamento sia avviato senza ritardi, minimizzando così il rischio di complicazioni e promuovendo un recupero più rapido e completo.
Diagnosi della frattura della caviglia
La diagnosi di una frattura della caviglia inizia con un’attenta valutazione clinica e si avvale di tecniche di imaging per confermare la natura e l’estensione dell’infortunio. Vediamo in dettaglio come avviene questo processo:
Il primo passo nella diagnosi di una frattura della caviglia è un esame fisico dettagliato. Il medico raccoglierà informazioni sull’evento traumatico, valuterà i sintomi e esaminerà visivamente e manualmente l’area interessata per identificare gonfiore, ecchimosi, deformità, e per valutare la sensibilità e la mobilità dell’articolazione. Il medico cercherà anche segni che possano indicare complicazioni, come danni ai nervi o ai vasi sanguigni.
Le radiografie (raggi X) sono l’indagine di prima linea per confermare la presenza di una frattura e per valutarne la localizzazione, il tipo e l’estensione. Le immagini radiografiche sono utili per visualizzare fratture delle ossa tibiale, frattura del perone e frattura dell’astragalo. Sono generalmente effettuate in diverse proiezioni (anteriore-posteriore, laterale e talvolta oblique) per fornire una visione completa della caviglia.
La TC può essere richiesta per fornire immagini dettagliate della struttura ossea, specialmente in casi di fratture complesse o quando i risultati della radiografia non sono conclusivi. La TC è particolarmente utile per valutare fratture articolari, fratture con più frammenti ossei (comminute) e per pianificare interventi chirurgici.
La MRI non è comunemente utilizzata nella diagnosi iniziale di fratture alla caviglia, ma può essere impiegata per identificare lesioni dei tessuti molli, come i legamenti, i tendini e la cartilagine articolare, che possono accompagnare la frattura. È anche utile per rilevare fratture da stress non visibili su radiografie.
In alcuni casi, possono essere utilizzati ulteriori test per valutare la stabilità dell’articolazione o per identificare lesioni associate. Questi possono includere esami ecografici per i tessuti molli o test di stress per valutare l’integrità dei legamenti.
Una diagnosi accurata è essenziale per determinare il trattamento più appropriato per una frattura della caviglia. Il trattamento può variare da metodi conservativi, come l’immobilizzazione con un gesso o un tutore, a interventi chirurgici per riposizionare e stabilizzare le ossa fratturate. La diagnosi dettagliata aiuta anche a prevedere il tempo di recupero e a pianificare un programma di riabilitazione adeguato per ripristinare la funzione e minimizzare il rischio di complicanze a lungo termine, come l’instabilità della caviglia o l’artrite post-traumatica.
Il processo diagnostico per le fratture della caviglia illustra l’importanza di integrare le informazioni cliniche con i risultati degli esami di imaging per formulare un piano di trattamento personalizzato e ottimale.
Trattamento delle fratture di caviglia
L’approccio chirurgico alle fratture della caviglia si basa su principi di precisione e stabilizzazione, essenziali per un recupero ottimale. Quando una frattura è complessa, con frammenti ossei dislocati o in presenza di lesioni legamentose significative, la chirurgia diventa la scelta preferenziale per prevenire disallineamenti permanenti e garantire che l’articolazione possa tornare a funzionare correttamente.
Le tecniche chirurgiche variano in base alla tipologia e alla gravità della frattura. La riduzione aperta e fissazione interna (ORIF) è tra le più comuni, permettendo al chirurgo di esporre la frattura per riposizionare i frammenti ossei con precisione prima di stabilizzarli con dispositivi metallici come viti e placche. Questi dispositivi restano sotto la pelle e servono a mantenere l’allineamento corretto durante il processo di guarigione.
In alcuni casi, possono essere impiegati chiodi intramidollari per fratture che coinvolgono le estremità dell’osso, fornendo un supporto interno lungo l’asse dell’osso. La scelta dei dispositivi di fissazione dipende dalla posizione e dalla natura della frattura, nonché dalle condizioni generali e dall’età del paziente.
Post-Operatorio e Riabilitazione
La riabilitazione da una frattura della caviglia è un percorso che si sviluppa attraverso diverse fasi, ciascuna con obiettivi e strategie specifiche mirate al recupero completo della funzionalità dell’articolazione. Questo processo inizia immediatamente dopo il trattamento iniziale, che può essere conservativo, come l’immobilizzazione con un gesso, o chirurgico, con l’inserimento di dispositivi di fissazione come viti e placche.
Nella fase acuta, che generalmente copre le prime due settimane, l’attenzione è concentrata sulla riduzione del gonfiore e del dolore. Metodi come l’applicazione di ghiaccio, la compressione mediante bendaggio funzionale e l’elevazione dell’arto lesionato sono essenziali per controllare l’edema e facilitare l’inizio della guarigione. Durante questo periodo, è fondamentale evitare di sovraccaricare la caviglia danneggiata per non compromettere il processo di guarigione.
Con il passare del tempo, si entra nella fase di mobilizzazione precoce, che va dalle due alle sei settimane. A seconda della gravità della frattura e del metodo di trattamento adottato, si può iniziare a muovere gradualmente la caviglia. Inizialmente, gli esercizi possono essere di natura passiva, per poi passare a movimenti attivo-assistiti, sempre sotto la guida di un fisioterapista, per mantenere l’articolarità senza influenzare negativamente la guarigione.
Man mano che la frattura inizia a guarire, si entra nella fase di rinforzo muscolare e recupero della mobilità, che può durare dalle sei alle dodici settimane. Questa fase è cruciale per migliorare la forza e la flessibilità dei muscoli intorno alla caviglia, attraverso esercizi di resistenza e stretching. Il rinforzo muscolare aiuta a stabilizzare l’articolazione e a prevenire futuri infortuni.
L’ultima fase del percorso riabilitativo è il ritorno graduale alle attività quotidiane e sportive, che può variare da tre a sei mesi. È un periodo in cui si lavora per migliorare l’equilibrio, la coordinazione e la capacità di sopportare il peso, fondamentali per riprendere le attività senza rischi. La supervisione di un professionista è essenziale per assicurarsi che la progressione sia adeguata e per evitare sovraccarichi che potrebbero portare a nuovi infortuni.
Parallelamente a queste fasi, è importante adottare misure specifiche per ridurre il gonfiore, come la crioterapia, l’elevazione dell’arto e l’uso di bendaggi o calze a compressione. Queste azioni aiutano a gestire l’edema e a promuovere una guarigione più rapida. Considerate che i tempi di recupero per una caviglia rotta possono variare dei 3 ai 5 mesi e più.
Infine, la prevenzione delle complicanze a lungo termine, come l’osteoartrosi post-traumatica, è un aspetto fondamentale del recupero. Mantenere la mobilità articolare, rinforzare i muscoli circostanti la caviglia e migliorare la propriocezione attraverso esercizi di equilibrio sono strategie chiave per ridurre il rischio di ulteriori lesioni e assicurare la migliore qualità di vita possibile dopo la frattura.
In tutto questo percorso, la collaborazione tra il paziente e il team di riabilitazione è cruciale. Seguire attentamente il piano di riabilitazione personalizzato e comunicare apertamente su qualsiasi dolore o disagio sono passi essenziali per un recupero efficace e per tornare alle attività amate con sicurezza e fiducia.
Conclusione
Le fratture della caviglia rappresentano lesioni comuni ma complesse, che richiedono un’accurata valutazione e un trattamento personalizzato per assicurare il miglior esito possibile. A seconda della gravità e del tipo di frattura, il trattamento può variare da metodi conservativi, come l’immobilizzazione e la fisioterapia, a interventi chirurgici mirati a ripristinare l’allineamento e la stabilità dell’articolazione. La chiave per una ripresa efficace risiede nella collaborazione tra team medico e paziente, nell’aderenza a un programma di riabilitazione personalizzato e nella pazienza durante il processo di guarigione. Prevenire le complicazioni e garantire il ritorno alla piena funzionalità articolare sono gli obiettivi principali che guidano la gestione delle fratture della caviglia, con un impatto significativo sulla qualità di vita del paziente.
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Bibliografia
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