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Shin Splints: Come risolvere la Sindrome dello Stress Tibiale

La sindrome da stress tibiale mediale, comunemente nota come “Shin Splints”, è una patologia da sovraccarico che interessa principalmente la gamba, e in particolare la tibia. Questa condizione si verifica spesso in individui che praticano attività fisiche ripetitive, come la corsa o i salti, che comportano un impatto costante sugli arti inferiori. Il continuo stress sulla tibia può portare a questa dolorosa condizione, soprattutto nei corridori, dove l’incidenza è intorno al 20%, e ancora più alta nelle reclute militari, raggiungendo fino al 35%.

Sintomi della sindrome Shin Splints

I shin splints si manifestano principalmente come dolore lungo la tibia. Questo dolore è tipicamente localizzato in una zona specifica, colpendo più frequentemente i due terzi inferiori del margine mediale della tibia. Il disagio di solito compare durante o dopo l’attività fisica e si intensifica con il proseguire dello sforzo, mentre il riposo allevia i sintomi. A differenza di altre condizioni, i shin splints non comportano crampi, dolore bruciante nella parte posteriore della gamba, né formicolio o intorpidimento del piede.

Cause della sindrome Shin Splints

La causa principale dei shin splints è il sovraccarico fisico. Lo stress continuo sulla tibia provoca microdanneggiamenti al tessuto osseo corticale. Se il carico di lavoro è eccessivo o se non vi è sufficiente tempo di recupero tra le sessioni, questi microdanni non si riparano adeguatamente, portando a un mal adattamento del tessuto osseo. Questa condizione è spesso associata a una periostite, anche se non è chiaro se la periostite sia una causa o un effetto della sindrome.

Un’ipotesi suggerisce che la trazione ripetitiva generata dai tendini e dalle fibre muscolari, in particolare dalle fibre di Sharpey (che perforano il periostio), provenienti da muscoli come il soleo, il tibiale posteriore e il flessore lungo delle dita, possa contribuire allo sviluppo della periostite nei shin splints.

Diversi fattori di rischio possono aumentare la probabilità di sviluppare i shin splints, tra cui una storia pregressa della condizione, un indice di massa corporea (BMI) elevato, il sesso femminile, un alto drop navicolare, una maggiore mobilità in dorsiflessione della caviglia, una ridotta rotazione esterna dell’anca e una carenza di vitamina D.

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Diagnosi e valutazione della Shin Splints

La diagnosi dei shin splints è generalmente affidabile attraverso un’accurata anamnesi e un esame fisico. La storia clinica del paziente e i sintomi precedentemente descritti sono cruciali per la diagnosi. L’esame fisico prevede la palpazione e l’ispezione dell’arto inferiore, concentrandosi sull’identificazione del dolore riproducibile alla palpazione del margine posteromediale della tibia (superiore a 5 cm). Altri sintomi come gonfiore, eritema o perdita del polso distale non sono tipici dei shin splints e potrebbero indicare una condizione diversa.

Sebbene la diagnosi clinica sia spesso sufficiente, gli studi di imaging vengono frequentemente utilizzati per escludere altri comuni infortuni da sovraccarico dell’arto inferiore, in particolare le fratture da stress. La sindrome da stress tibiale mediale può essere considerata parte del continuum delle fratture da stress della tibia. Differenziare le due condizioni può essere complicato utilizzando l’imaging. I shin splints non sono visibili ai raggi X, mentre le fratture da stress possono apparire come una linea nera. Tuttavia, anche le fratture da stress nelle prime fasi possono non essere visibili in questo tipo di esame.

La risonanza magnetica (RM) è più efficace nel valutare sia le fratture da stress che la sindrome da stress tibiale mediale, che si presenta con edema periostale o del midollo osseo. Altre opzioni di imaging includono la tomografia computerizzata (TAC) e la densitometria ossea, sebbene queste siano meno sensibili rispetto alla RM.

Diagnosi differenziale

Nella diagnosi dei shin splints, è essenziale considerare altre condizioni che possono presentare sintomi simili. La sindrome compartimentale cronica da sforzo, per esempio, può essere bilaterale, migliorare con il riposo e può includere sintomi come pallore, parestesie, bassa temperatura cutanea e perdita del polso distale. Altre disfunzioni o patologie vascolari periferiche, che si manifestano tipicamente con claudicatio vascolare, dovrebbero essere anch’esse considerate.

Trattamento dei Shin Splints

Il trattamento dei shin splints è principalmente conservativo, concentrato sulla gestione dei carichi meccanici mediante la modifica delle attività per aumentare i periodi di recupero e ridurre gli stress ripetitivi. La durata del riposo e della riduzione del carico varia da persona a persona, e non ci sono raccomandazioni specifiche.

La letteratura suggerisce che terapie come ultrasuoni, onde d’urto, periosteal pecking (dry needling fino al contatto col periostio), ionoforesi, fonoforesi e massaggi con ghiaccio hanno mostrato alcuni benefici, sebbene con un livello di evidenza basso. Al contrario, ci sono poche prove a favore dell’efficacia di laser a bassa energia, stretching e rinforzo muscolare, tutori e calze compressive. Tuttavia, è ragionevole pensare che un progressivo rinforzo muscolare e un aumento del carico meccanico, mirato a riadattare le strutture muscolo-scheletriche, possano favorire il recupero. Sono necessari ulteriori studi per chiarire l’efficacia di questi interventi.

Prevenire i shin splints richiede una corretta gestione del carico meccanico e l’educazione degli atleti sulle metodologie di allenamento e sulle strategie per evitare il sovraccarico. Le ortesi plantari prefabbricate si sono dimostrate utili nella prevenzione. Nei casi in cui la condizione si ripresenta o risponde lentamente al trattamento, può essere utile una valutazione e un’eventuale integrazione di calcio e vitamina D, oltre a un’analisi e un eventuale retraining della corsa o del passo.

Conclusione

La sindrome da stress tibiale mediale è un infortunio da sovraccarico che si verifica in seguito all’incremento dell’intensità e/o del volume del carico di lavoro senza un adeguato allenamento e/o recupero, in particolare negli sport e negli esercizi che prevedono un impatto degli arti inferiori col terreno (es. corsa, sport da salto). Educare gli atleti sulla gestione corretta dei carichi di allenamento per prevenire gli infortuni da sovraccarico è cruciale. La gestione dei carichi e la modifica delle attività rappresentano i trattamenti principali per questa condizione che, se sottovalutata, può portare a complicazioni significative. È essenziale essere ben informati su questa condizione per riconoscerla e fornire alle persone colpite le indicazioni appropriate per un recupero ottimale.

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Bibliografia