
Sindesmosi tibio peroneale: Dal trauma al trattamento
La sindesmosi tibio-peroneale, sebbene spesso trascurata, svolge un ruolo cruciale nella stabilità della caviglia. Classificata come sinartrosi fibrosa, questa articolazione permette movimenti molto limitati o nulli, grazie alla presenza di tessuto connettivo fibroso che assicura stabilità e capacità di trasferire forze.
Anatomia della Sindesmosi Tibio Peroneale
L’anatomia della sindesmosi tibio-peroneale è complessa e gioca un ruolo fondamentale nella stabilità della caviglia. Spesso questa lesione è associata a fratture di perone, frattura di tibia oppure fratture dell’astragalo. Approfondiamo ulteriormente la struttura e le funzioni di questa articolazione:
Componenti Ossei
- Tibia: L’osso più grande e interno della gamba.
- Perone: L’osso più piccolo e situato lateralmente alla tibia.
La sindesmosi è il punto in cui questi due ossi si avvicinano e interagiscono a livello dei loro capi distali.
Il legamento tibio peroneale anteriore inferiore (AITFL) si estende in modo obliquo dalla tibia al perone. Ha una forma a trapezio e una lunghezza media di circa 2cm. In posizione posteriore, troviamo il legamento tibio peroneale posteriore inferiore (PTIFL), (in caso di rottura si parla di lesione del legamento peroneo astragalico anteriore) che va dal malleolo tibiale posteriore al tubercolo posteriore del perone. Questo legamento ha una forma triangolare.
Il legamento tibio-peroneale trasverso decorre orizzontalmente, mentre il legamento interosseo tibio-peroneale è un ispessimento della membrana interossea che varia notevolmente tra individui.
Cause di lesioni della Sindesmosi Tibio Peroneale
Le lesioni della sindesmosi tibio-peroneale, sebbene relativamente rare, sono significative e possono essere particolarmente problematiche per gli atleti. Queste lesioni si verificano quando i legamenti che collegano tibia e perone sono danneggiati, spesso portando a dolore, instabilità e un prolungato periodo di recupero.
Le lesioni della sindesmosi , spesso associate a fratture della caviglia, sono comunemente causate da:
- Traumi Diretti: Colpi diretti sulla zona della caviglia, tipici negli sport di contatto come il rugby o il calcio americano.
- Movimenti di Torsione Eccessiva: Soprattutto la rotazione esterna del piede. Questo movimento può accadere quando il piede è ancorato a terra mentre la gamba ruota all’esterno, o in situazioni in cui il piede viene forzatamente ruotato all’esterno.
- Iper-Dorsiflessione della Caviglia: Si verifica quando il piede viene spinto verso l’alto oltre il suo normale range di movimento, come durante la corsa o l’atterraggio da un salto.
- Cadute o Salti: Atterraggi impropri o movimenti improvvisi durante il gioco possono provocare lesioni sindesmotiche.
Diagnosi di lesioni della Sindesmosi Tibio Peroneale
Conclusioni
In conclusione, le lesioni della sindesmosi tibio-peroneale sono complesse e richiedono un’attenzione accurata per una diagnosi corretta e un trattamento efficace. È fondamentale un approccio personalizzato nella gestione di queste lesioni, che può variare da trattamenti conservativi a interventi chirurgici, a seconda della gravità. La fisioterapia svolge un ruolo chiave nella riabilitazione, facilitando il recupero graduale della funzionalità e della forza.
Con un adeguato trattamento e un programma di riabilitazione ben strutturato, la maggior parte degli atleti può aspettarsi di tornare al loro livello di prestazione precedente. La prevenzione rimane un aspetto importante, specialmente nello sport, per minimizzare il rischio di future lesioni.
Vuoi prenotare una visita subito in studio?
Se hai subito un trauma alla sindesmosi tibio peroneale e cerchi un Fisioterapista a Milano, contattami per effettuare una valutazione specialistica. Insieme, vedremo le cause del problema, i tempi di recupero e le possibilità di trattamento. Il tutto, sempre in base ai tuoi obiettivi!
Bibliografia
- Hermans JJ, Beumer A, de Jong TA, Kleinrensink GJ. Anatomy of the distal tibiofibular syndesmosis in adults: a pictorial essay with a multimodality approach. J Anat. 2010 Dec;217(6):633-45.